Redazione   03/11/2023

Ladroni felici

Rivediamo le battute finali di “Uomini di Dio” dove viene introdotto il testamento spirituale di frére Christian: una voce fuori campo e un montaggio dolce ci guidano in un percorso di avvicinamento.

Foto di Katerina Pavlyuchkova su Unsplash

Uomini di Dio (titolo originale Des hommes et des dieux), Francia 2010.
Regia di Xavier Beauvois - Sceneggiatura di Étienne Comar e Xavier Beauvois - Fotografia di Caroline Champetier - Montaggio di Marie-Julie Maille - Musiche di Jean-Jacques Ferran e Éric Bonnard - Scenografia di Michel Barthélémy.


Siamo alle battute finali del film Uomini di Dio e la sceneggiatura introduce il testamento spirituale di frére Christian all’orecchio del fruitore del film. La scelta è quella della voce fuori campo legata a un montaggio dolce che segna un percorso di avvicinamento.

L’unità di questa sezione narrativa del film è data dal suono.
Ascoltiamo la voce di frére Christian (nella doppiatura italiana di Angelo Maggi) accompagnato dal suono del vento.
Nelle sezioni di montaggio riportiamo in corsivo le parole fuori campo del testamento di frére Christian.


interno - monaci rinchiusi
Se mi accadesso un giorno – e potrebbe essere oggi – di essere vittima del terrorismo che sembra voler inglobare ora tutti gli stranieri che vivono qui ...
Vediamo tutti i monaci rapiti all’interno della cella, iniziamo a sentire le parole del testamento e il suono del vento.

esterno - giorno neve
... vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita era “donata” a Dio e a questo paese.
Il montaggio ci porta in un paesaggio innevato, adesso sappiamo da dove proviene il suono del vento. Il paesaggio ci è ancora sconosciuto, non lo riconosciamo. Sta nevicando e queste scene assumono quasi la tonalità del bianco e nero.

esterno - giorno cimitero neve
Che accettino che il padrone unico di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che associno questa morte a tante altre ugualmente violente, ...
Vediamo due croci, stiamo vedendo un cimitero, abbiamo lasciato i monaci nella cella, la loro vita è in pericolo, il nesso con la morte è evidente.

esterno - giorno cimitero neve
... rimaste nell’indifferenza dell’anonimato. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, purtroppo, prevalere nel mondo, ...
Il montaggio apre l’inquadratura del cimitero, vediamo più croci. Siamo in un cimitero cristiano, qualcosa ci dice che ha a che fare con i monaci.

esterno - giorno chiesa neve
... e persino di quello mi colpirà ciecamente. Non posso augurarmi questa morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo come potrei essere felice del fatto che questo popolo ...
Lo stacco successivo non lascia dubbi. Siamo in vicinanza del monastero di Tibhirine (nel film è stato utilizzato, adattandolo, il monastero benedettino di Toumliline in Marocco). Vediamo l’abside della chiesa, la parte dell’aula che di solito è rivolta a est verso il sorgere del sole, verso la vita che nasce. In questo caso un riferimento alla resurrezione e a uno dei discorsi che i monaci fanno durante il film nel tempo di natale nella sala capitolare, sull’idea di ri-nascere.

esterno - giorno porta monastero neve
... che amo possa essere indistintamente accusato del mio omicidio. Conosco il disprezzo con cui si possono accumunare gli abitanti di questo paese presi globalmente, conosco anche una certa caricatura dell’islam che incoraggia ...
Il montaggio ci sta avvicinando al monastero, vediamo da lontano la porta, il punto di passaggio con il mondo e il luogo di incontro con gli ospiti.

esterno - giorno porta monastero panchina
... un certo tipo di islamismo. Questo paese e l’islam, per me, sono un’altra cosa, sono un corpo e un anima. La mia morte, certamente, ...
Il montaggio ci fa avvicinare alla porta rendendo ancora più visibile la panchina, il luogo dove nel film sono avvenuti molti dei dialoghi con le persone che passavano per il monastero. È anche il luogo di arrivo dei militari.

esterno - giorno chiostro monastero neve
... sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno sbrigativamente trattato da ingenuo, o da idealista. Ma essi devono sapere ...
Varchiamo la porta del monastero ed entriamo nel chiostro. La neve è un elemento interessante perché inserisce in questo contesto un senso di leggerezza, di attenuazione dei suoni. C’è un senso di abbandono, non vediamo nessuna figura nelle architetture, ma anche un senso di delicatezza dettato dalla neve.

esterno - giorno chiostro passaggio neve
... che io sarò finalmente liberato dalla mia curiosità più lancinante. Perchè potrò, a Dio piacendo, immergere il mio sguardo ...

esterno - giorno statua mariana neve
... in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’islam così come lui li vede. In questo “grazie” in cui tutto è detto, ormai sulla mia vita ...
La statua di Maria, come il campanile dello stacco successivo riportano l’attenzione alla chiesa del monastero, alla preghiera che è un elemento raccontato in diversi modi all’interno del film.

esterno - giorno campanile neve
... ovviamente includo voi, amici di ieri e di oggi. E anche te, amico dell’ultimo minuto ...

interno - giorno corridoio monastero
... che non sapevi quello che facevi. Sì, anche per te voglio questo “grazie”, e questo “a-Dio” comprendano anche te.
Entriamo all’interno della clausura del monastero. Dopo un lento avvicinamento dettato dal montaggio. Forse in questo stacco riusciamo a comprendere che ci stiamo avvicinando a qualcosa.

interno - giorno sala capitolare monastero
E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni felici, in Paradiso, a Dio piacendo, nostro Padre, padre di entrambi. Amen! Insh’Allah.
L’ultimo stacco di questa unità narrativa ci porta nel luogo dove dovevamo arrivare seguendo il percorso dall’esterno all’interno: la sala capitolare del monastero. È il luogo dove si sono svolti alcuni dei dialoghi principali del film, dove sono state prese le scelte della comunità. La sala è vuota e non la vediamo dall’altezza degli occhi, ma la osserviamo leggermente dall’alto. I monaci che davano vita a questa sala li abbiamo visti all’inizio di questa unità: il regista vuole metterli in comunicazione tra di loro. Nell’immagine che vediamo non troviamo finestre, ma il mondo: l’apertura al mondo è presente attraverso la mappa del globo appesa alla parete. Questi uomini stanno lasciando un messaggio di pace al mondo, pagandolo con la vita. È quello che accadrà nelle scene successive e conclusive del film.

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Più forti dell’odio

In un momento in cui molti pensano all’islam come nemico, il gesto di chi si lascia sgozzare amando il proprio carnefice è l’estremo rifiuto della logica dell’inimicizia.
Gli scritti dei sette monaci sono dettati da un amore più forte dell’odio, dalla vita più forte della morte: nella loro forza ed essenzialità ci mostrano che solo chi ha una ragione per morire ha anche una ragione per vivere.

A cura e con la traduzione di Guido Dotti
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Contrastare l’odio

Vi è oggi il diffondersi di un’inedita cattiveria che contagia e corrompe il tessuto quotidiano del vivere: forse il mezzo più efficace per contrastare l’odio è la saggezza, quella capacità di riconoscere il bene comune qui e ora che ricorda la lezione della storia e sa che l’odio non paga mai.

2020, 33 pp.

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2017, 264 pp.

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