“Sono corso nel deserto della Giudea… Si diceva che un uomo chiamato Giovanni vi predicava. Non ho udito nulla di simile. Una forza, un vigore da far fremere! Sai, si viene da lui da lontano, fino al Giordano dove le folle si radunano per ascoltarlo, confessare il loro peccato e farsi battezzare. Egli ci invita a vivere… perché, dice, il regno dei cieli è vicino. Nessuno sa chi egli sia veramente. Si attende il Messia, ed Elia che deve precedere la sua venuta. Egli dice di non essere né l’uno né l’altro. Verrà finalmente Elia o quel profeta pari a Mosè che il nostro Dio deve inviare per preparare il cuore degli uomini ad accogliere il Messia? No, nessuno sa chi egli sia veramente. Ciò inquieta le autorità del tempio. Alcuni vengono a interrogarlo. ‘Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Appianate la strada del Signore’. Ecco cosa risponde. È bello ascoltare parole come quelle che pronuncia Giovanni. Sì, il Signore ci attende. È vicino al nostro cuore. Se ritorniamo a lui, egli ci accoglie e noi porteremo il frutto di un cuore di amore. Perché mi sono lasciato trascinare in questa avventura? Il Battista mi ha sedotto perché mi chiamava alla libertà. Voleva che il mio cuore fosse pronto ad accogliere il Signore. ‘Convertitevi, il regno di Dio si è avvicinato’. Allora mi sono fatto battezzare da lui nel Giordano…”.
Così immagino l’inizio di una storia, quella di un pio ebreo del I secolo (la vostra? la mia?).
Nel fermento di idee all’epoca di Gesù, nel bel mezzo di un numero incalcolabile di gruppi e di sette religiose, compare quest’uomo di cui Gesù dice:
Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via” (Lc 7,24-27).
Misteriosa vocazione di questo figlio di sacerdote, chiamato, come suo padre Zaccaria, a adempire nel tempio e davanti a Dio le funzioni sacerdotali, ma che il Signore prende e conduce nel deserto perché divenga il suo servo privilegiato! Grande austerità di questo asceta vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, che si nutre di locuste, di miele selvatico e della parola di Dio! Grande libertà di questo profeta che tende l’orecchio alla voce del suo Signore, che scruta con il suo sguardo il cuore dei suoi fratelli, che annuncia loro un messaggio di penitenza e di conversione, di giustizia e di condivisione, di violenza e di dolcezza, che proclama la salvezza e il giudizio di Dio! Grande solitudine, anche, di quest’uomo che non vive se non per Dio e che, nondimeno, le folle vengono a trovare per ascoltare quel messaggio di conforto! ...
Per noi tutti che seguiamo Cristo, Giovanni Battista resta il testimone dell’ingresso nella vita. Egli ha aperto la porta del banchetto delle nozze, ha indicato il volto dello Sposo, ma ormai ciò che importa è solo l’opera di colui che è la vita ...
Nella sua prigione Giovanni Battista è colto dal dubbio ... Giovanni è preso dalla paura. Eppure non è una questione di mancanza di fede. È una paura che nasce naturalmente dalla fede, che nasce dall’amore, che si inscrive nell’incontro con l’altro. Dove ci conduci, tu che ho incontrato, tu che ho riconosciuto? Sei proprio colui che attendevo? Chi sei tu in definitiva?
Il dubbio di Giovanni Battista è anche il suo deserto, è il suo autentico esodo verso la terra dell’amore, verso la conoscenza del suo Signore in verità.
Tu che accogli il volto di colui che Giovanni ti additava, entra nella vita senza paura, entra nella vita fatta di pene e di gioie, di ferite ancora aperte e di piaghe guarite. Guarda attorno a te i segni della resurrezione e della vita che il tuo Signore ti dà ...
Giovanni Battista viene a istruirti ancora e a mostrarti la strada da seguire. Quando entrerai nel banchetto delle nozze eterne, quando la vita ti possederà interamente, troverai, in mezzo alla folla innumerevole che contempla e canta il Signore, Maria sua madre e l’amico dello Sposo, Giovanni il Precursore che, con il dito, ti indicherà colui che hai seguito: “Ecco l’Agnello di Dio”. Ti sorprenderai allora a mormorare: “Non lo conoscevo!”.
Lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta, ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita (Ap 22,17).
Tratto da: Éric T. de Clermont-Tonnerre, Un’audace speranza (2021)