Redazione   28/12/2022

Il segno: un Dio nella mangiatoia di una stalla

“Da Christus natus a Christus signatus. Natus, nato, per essere trovato; signatus, segnato o marcato perché possa essere trovato ... questo sarà il segno!”.

Natività, tavola d’altare (XII secolo), particolare, Museo diocesano, Solsona (Spagna).
Immagine scelta per la copertina del volume di Lancelot Andrewes, Dio è diventato uomo. Sermoni per il Natale.

La Spagna tra l’XI e il XII secolo vede l’accelerarsi del processo della Reconquista, ovvero della ripresa dei territori della penisola da parte dei cristiani dopo una lunga convivenza con le popolazioni arabe. Questa convivenza aveva fatto fiorire il periodo mozarabico che aveva portato due culture a confrontarsi: da una parte l’immaginario cristiano, dall’altra quello musulmano che non utilizzava figure umane dando invece particolare attenzione alle forme e ai colori, insegnando un decorativismo di raro splendore.

Queste sono le radici dal quale parte il tronco del romanico catalano. Con la Reconquista irrompe nuovamente la scelta architettonica tipica del nord Italia e della Francia. Arrivano gli operai successori dei magistri comacini, che provenendo dall’Italia del nord, e meglio conosciuti come “lombardi”, lasciarono ben radicato in Catalogna fino agli inizi del XIV secolo l’appellativo di lambart per designare la professione di costruttore e architetto.
Da questa derivazione lombarda arrivano anche i pittori e gli scultori che affiancano i maestri architetti e che costituivano le loro botteghe.

Per quello che riguarda la raffigurazione pittorica del romanico catalano è possibile trovare diverse correnti pittoriche a seconda delle influenze (italiane, francesi, mozarabiche) alle quali facevano riferimento i vari artisti.

In questo ambiente così effervescente si colloca il pannello d’altare dipinto della chiesa di Sant’Andrea a Sagàs. Come per molte espressioni pittoriche della Catalogna la scelta per questi piccoli gioielli del romanico era tralasciare le testimonianze artistiche in queste piccole chiese difficili da raggiungere e da conservare, oppure riunire tutti questi gioielli nelle sale di un museo. La scelta fatta è stata quella di musealizzare tutti questi lavori strappando gli affreschi e spostando le tavole dipinte.

Così tutti questi tesori sono divisi tra tre musei: il museo nazionale dell’arte catalana a Barcellona, il museo diocesano di Vic e il museo diocesano di Solsona. In questi due ultimi musei si trovano divise le tavole dell’altare che stiamo conoscendo.

Tavola principale dell’altare di sant’Andrea di Sagàs

La tavola principale, custodita al museo di Vic presenta al centro il Cristo pantocratore e nei riquadri laterali le storie della vita di sant’Andrea. Negli scomparti laterali, al museo di Solsona, sono raffigurati da un lato Adamo ed Eva, la crocifissione e al di sotto l’ingresso a Gerusalemme.
Nel secondo pannello: l’annunciazione, la visitazione, la nascita di Gesù e il sogno di Giuseppe, tutti nel pannello superiore. In quello inferiore, la figura di Erode e al suo fianco l’arrivo dei magi presso Maria e il bambino.

Soprattutto questa tavola riprende lo schema a scacchiera giallo e rosso degli sfondi che si ritrova anche nel pannello principale dell’altare, segno della mano della stessa maestranza. Questa caratteristica del colore riporta anche a un chiaro riferimento: quello della miniatura. Questo tipo di sfondi sono tipici dei codici miniati, in cui la piccolezza delle immagini va compensata con la forte componente dei colori. Alla scelta miniaturistica fa ancora riferimento la volontà dell’autore di utilizzare dei tratti scuri per segnare le figure e l’utilizzo dei colori piatti e senza sfumature.

Certamente stiamo osservando l’opera di una maestranza che ha raccolto influenze romaniche, ma le rielabora attraverso la propria lente più popolare e marcatamente devozionale. Questo non vuol dire che sia di minore qualità rispetto alle altre produzioni, anzi. Come si vede dal particolare scelto per il libro di Lancelot Andrewes, Dio è diventato uomo?, si raggiunge una qualità così astratta del soggetto da diventare quasi soltanto grafica. I personaggi “fluttuano” all’interno di uno sfondo colorato e allo stesso tempo hanno una grande solidità data dalle linee scure di demarcazione e dai colori intensi. Una astrazione tale che la rende quasi senza tempo.

Afferma Lancelot Andrewes nel dodicesimo sermone:

Invenietis ci conduce a hoc erit signum. Perché, come potrebbero trovarlo senza un segno? Così passiamo da Christus natus a Christus signatus. Natus, nato, per essere trovato; signatus, segnato o marcato perché possa essere trovato. È nato, questo lo sanno; e quando, lo sanno: hodie; e dove, lo sanno: a Betlemme. E a Betlemme vogliono andare: ma quando arriveranno là, come faranno? In un posto simile, con la cittadina così piena di stranieri al punto che “non c’era posto nella locanda” (Lc 2,7), dove dovrebbero rivolgersi? Cosa potrebbero desiderare se non O quod erit signum, oh, questo sarà il segno! Natus est, oh, fosse signatus! Avessimo un segno grazie al quale trovarlo!

Ecco un segno così eloquente da diventare grafico e universale, semplice e quindi capace di parlare a tutti, al di là del tempo e delle culture.

I volumi
Lancelot Andrewes

Dio è diventato uomo

I sermoni sul Natale costituiscono un caposaldo della letteratura anglicana.
L’autore – vescovo del XVI secolo – sembra voler provocare il lettore spalancandone l’immaginazione e guidandolo in un percorso attraverso i testi biblici, fino a giungere alle soglie del mistero di un Dio che, pur di raggiungerci e afferrarci, si è lasciato trovare nella povertà di una stalla, condividendo in tutto la nostra natura, la nostra mortalità, la nostra miseria.

A cura e con la traduzione di Domenico Pezzini
2012, 265 pp.

Formati

  • Libro
    € 22,00  € 20,90

A cura e con la traduzione di Domenico Pezzini
2012, 265 pp.

Formati

  • Libro
    € 22,00  € 20,90
Matta el Meskin

L’umanità di Dio

In questa inedita raccolta di meditazioni sul Natale l’autore rilegge con profondità spirituale l’evento dell’incarnazione, in cui Dio si è rivelato come persona, mostrando come nel Cristo nato a Betlemme è nata per l’uomo una nuova speranza che niente e nessuno potrà più spegnere, una nuova vita contro cui la morte e tutto ciò che è mortifero non possono nulla.

A cura e con la traduzione di Markos (Hamam) el Makari
2015, 235 pp.

Formati

  • Libro
    € 15,00  € 14,25

A cura e con la traduzione di Markos (Hamam) el Makari
2015, 235 pp.

Formati

  • Libro
    € 15,00  € 14,25
Lancelot Andrewes

Una guida per la preghiera

Le Preces privatae, capolavoro della spiritualità inglese del Seicento, fioriscono a partire dalla Bibbia e dalla liturgia per dare profondità e intensità alla preghiera personale del cristiano.
Questa raccolta di eccezionale ricchezza riesce a donare un respiro universale alla preghiera di ciascuno di noi, offrendo uno schema pedagogico e un ritmo quotidiano all’orazione, anche per farne un’esperienza di gioia e di consolazione.

A cura e con la traduzione di Domenico Pezzini
2015, 359 pp.

Formati

  • Libro
    € 25,00  € 23,75

A cura e con la traduzione di Domenico Pezzini
2015, 359 pp.

Formati

  • Libro
    € 25,00  € 23,75
La riflessione, dopo aver affrontato alcune forme di fragilità dell’uomo contemporaneo, ha preso in considerazione il dato biblico che attesta numerose figure di piccolezza attraverso cui si snoda la storia di salvezza.
Meditando la fragilità di Gesù nei poli della sua esistenza è possibile leggere con l’apostolo Paolo l’agire di Dio in Cristo: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere ciò che è forte” (cf. 1Cor 1,27).

2009, 2 ore

Formati

  • CD Audio
    € 10,00  € 8,00
  • MP3
    € 5,00

2009, 2 ore

Formati

  • CD Audio
    € 10,00  € 8,00
  • MP3
    € 5,00