31/03/2017
Amici, in cammino con Gesù
Marta che serviva, Maria che si dedicava alla contemplazione e Lazzaro che gemeva levando suppliche nella tomba: i tre sono nel loro insieme simbolo della vita spirituale.
31/03/2017
Marta che serviva, Maria che si dedicava alla contemplazione e Lazzaro che gemeva levando suppliche nella tomba: i tre sono nel loro insieme simbolo della vita spirituale.
Bernardo di Clairvaux nel sermone 57, illustra a partire dal linguaggio allegorico del Cantico dei cantici come l’anima possa attendersi la venuta di Dio. Attraverso le immagini del Cantico, mette in risalto la “contemplazione casta” e le parole che evocano le qualità della sposa – “amica, colomba, bella” – in relazione a Marta, Maria e Lazzaro. Infatti l’anima si trova incessantemente in un’alternanza tra il desiderio di guadagnare delle anime (la conquista) e il bisogno di gustare la contemplazione e la preghiera. La sposa è dunque “amica” perche cerca di offrire aiuto attraverso la predicazione; è “colomba” perché con la preghiera supplica di ottenere la misericordia divina; ed è “bella” nel suo desiderio del cielo. Da qui il parallelo con Marta che serviva, Maria che si dedicava alla contemplazione e Lazzaro che gemeva levando suppliche nella tomba. I tre sono nel loro insieme simbolo della vita spirituale.
Nel sermone per la festa mariana dell’Assunzione, Bernardo apporta un arricchimento considerevole all’antica dicotomia tra azione e contemplazione. Dato che egli stesso, in quanto responsabile di una comunità, è una “Marta”, si preoccupa di riequilibrare l’immagine troppo parziale di una Marta lavoratrice e priva di dimensione spirituale.
Maria ha scelto la parte migliore: che significa, fratelli, questa affermazione? Si vuole sottolineare l’inferiorità di Marta nella carica che essa esercita? … Ma che avviene allora di questa parola: “Se qualcuno mi serve, il Padre lo onorerà” (Gv 12,26)? O di quest’altra parola: “Il più grande tra voi sarà vostro servo” (Mt 23,11)? Infine, e forse una consolazione per colei che lavora di sentire esaltare, come rimprovero fatto a lei, la parte della sorella?”.
Per rispondere a tale domanda, accanto all’azione e alla contemplazione, Bernardo aggiunge una riflessione nuova: la “parte migliore” è la disponibilità al Signore, la relazione di amore con Dio, e questo vale qualunque sia l’attività che si svolge! Eccola, è evidente, “la parte migliore”, quella che non può essere sottratta. Eccola, la migliore attitudine interiore, che non cambierà, qualunque sia la chiamata ricevuta. Mi spiego. Colui che svolge bene il suo servizio si guadagna “un grado degno di onore” (1Tm 3,13). Chi dona il suo tempo a Dio si guadagna probabilmente un grado migliore. Ma il massimo grado è di colui che è perfetto sia nell’una che nell’altra di queste vie.
Attraverso il gruppo di Marta, Maria e Lazzaro, Bernardo presenta tre vocazioni o compiti da assumere nel loro insieme: con Marta “la sollecitudine per la vita comune”, con Maria “la contemplazione”, con Lazzaro “la conversione”. Per questo la presenza di Lazzaro, benché si riferisca alla pericope di Giovanni, è funzionale al discorso di Bernardo, perché i tre sono necessari, e “ogni anima perfetta li assume nel loro insieme”.
P. Daviau, É. Parmentier, Donne in concorrenza? (2014).