23/01/2023
Ritrovare la cattolicità
Sì, ma come?
Abbiamo perduto il senso della cattolicità, nel momento in cui ci siamo separati gli uni dagli altri e abbiamo (storicamente, istituzionalmente) diviso la chiesa.

23/01/2023
Abbiamo perduto il senso della cattolicità, nel momento in cui ci siamo separati gli uni dagli altri e abbiamo (storicamente, istituzionalmente) diviso la chiesa.
La cattolicità, riportata in terzo luogo nella linea dei “contrassegni” dell’ecclesialità al concilio di Nicea-Costantinopoli, sarà o, meglio, dovrebbe essere, un effetto dell’unità!
Vorrei giustificare la prima parola del titolo del mio intervento: “ritrovare”. Perché “ritrovare”?
Il nostro processo riformatore di una chiesa confessionalmente divisa, e fino a tempi recenti antagonista, consisterebbe dunque nel ritrovare qualcosa che noi avremmo perduto! E questa perdita sarebbe grave per la nostra coscienza ecclesiale, per il nostro modo di viverla, ossia in una pretesa fedeltà al credo iniziale della chiesa antica. Tale “perdita”, e l’incapacità che l’accompagna di stroncare i suoi effetti nelle nostre chiese confessionali divise, sarebbe come un ostacolo fortemente penalizzante per la nostra coscienza e le nostre pratiche ecclesiali troppo separatrici. Ora, tale perdita è appunto quella della cattolicità ecclesiale che noi avremmo sacrificato, perduto, svenduto. Proprio mentre pretendiamo, a partire dal XVI o XVII secolo, di essere in situazione di chiesa semper reformanda!
Però, mi direte, non tutti hanno tale pretesa. In particolare, non la chiesa di obbedienza romana, che ha per l’appunto conservato nella sua denominazione istituzionale, storica, l’espressione di “cattolica”, quando anch’essa si è, storicamente se non dogmaticamente, ristretta nel XVI secolo attraverso la sua “riforma” (o controriforma), e dopo il suo concilio “riformatore” di Trento, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, è diventata a sua volta una chiesa “particolare”, una chiesa di tipo identitario confessionale ...
Abbiamo perduto non la cattolicità in quanto tale, ma il senso della cattolicità, nel momento in cui ci siamo separati gli uni dagli altri e abbiamo (storicamente, istituzionalmente) diviso la chiesa. Abbiamo perduto il senso della cattolicità in quanto “pienezza”, “totalità”, universalità. È in quanto necessità della totalità, nello spazio e nel tempo, che abbiamo sacrificato l’unità, al tempo stesso interna ed esterna ...
Come dirsi parte della “cattolicità”, infatti, quando non si è più nella “totalità”, nell’“universalità di unità”?
Come dirsi parte della totalità, della globalità geografica e nel tempo, di ogni luogo, quando si è storicamente amputati (fosse pure contro voglia) di una parte anche più piccola o meno significativa di tale “cattolicità”? ...
Non dovremmo forse lottare per una cattolicità convertita, “riformata” in modo nuovo, meno vittima dei nostri rispettivi orgogli confessionali, sempre separatori?
Tratto da: Gottfried Hamman, “Ritrovare la cattolicità delle nostre chiese confessionali: un progetto di riforma per il nostro tempo?”, in Riformare insieme la chiesa (2016).