Redazione   07/03/2023

Sorelle nel deserto

Conosciamo Teodora e Sincletica, madri del deserto egiziano vissute tra il IV e il VI secolo, che con i loro detti e la loro sapienza possono aiutarci in questo cammino quaresimale verso la Pasqua.

Foto di John Fowler su Unsplash

Difficile è parlare della donna oggi; si finisce a volte per parlare di “genio femminile” senza spiegare che cosa si nasconda dietro queste parole; si cerca affannosamente uno specifico femminile, una spiritualità femminile come se fosse contrapposta a quella maschile … Faccio mie le parole di Lucetta Scaraffia: “È particolarmente importante che, proprio in questo momento, la chiesa riprenda contatto con le proprie origini ‘femministe’”. E queste origini femministe si trovano nel vangelo, ma anche, talora, nella letteratura cristiana antica
Le madri del deserto sono madri spirituali, bibliste, teologhe, diaconesse … Queste donne esercitano un ministero di maternità spirituale, sono innamorate della Scrittura, intervengono nelle questioni ecclesiali che lacerano la chiesa nel loro tempo, si mettono a servizio di tutti, soprattutto dei più poveri.

(dall’“Introduzione” di Lisa Cremaschi)


Teodora

Teodora è particolarmente conosciuta e venerata in oriente a motivo di una biografia molto diffusa ripresa nelle raccolte ascetiche. La vita è in gran parte leggendaria; tende a dimostrare che anche le donne possono uguagliare gli uomini nella vita monastica. Si racconta che Teodora era una donna sposata e lasciò il marito per farsi monaca. Temendo di essere ricercata, si travestì da uomo e si fece accogliere con il nome di Teodoro nel monastero di Oktokedekaton, a 18 miglia da Alessandria. Visse in grande spirito di rinuncia e di sacrificio, tanto che spesso le venivano affidati lavori faticosi.
Un giorno venne falsamente accusata di essere padre di un bimbo illegittimo che era stato abbandonato davanti alla sua cella. Teodora, scacciata dal monastero, andò nel deserto dove visse in totale solitudine con il bambino. Dopo sette anni fu riaccolta in monastero ma relegata in una cella appartata; qui visse gli ultimi due anni della sua vita. Alla sua morte l’igumeno ebbe la visione di una donna bellissima condotta incontro allo Sposo da schiere di santi. I monaci, richiamati dal pianto del bambino, scoprirono che quel monaco di nome Teodoro era morto e che in realtà era una donna ...
Altri detti di Teodora parlano di una via stretta, di una lotta contro la tentazione che ovunque ci precede (Alf., Teodora 2; 3; 4; 8; 9); a volte, nell’illusione di un altrove paradisiaco, pensiamo che basti cambiare il luogo e non il cuore (Alf., Teodora 7).
Teodora ricorda alcune esigenze evangeliche a chi ha il compito di insegnare agli altri (Alf., Teodora 5). Potere, superbia, vanagloria, corruzione, gola, ira sono mali da cui deve tenersi lontano. Vengono poi ricordate le qualità positive; tra queste l’umiltà che sola vince le tentazioni (Alf., Teodora 6).

 

Amma Teodora disse ancora: “Né l’ascesi, né le veglie, né qualunque altra fatica salvano, ma soltanto la sincera umiltà. C’era infatti un anacoreta che scacciava i demoni, e chiese loro: ‘Che cosa vi fa uscire? Il digiuno?’. Risposero: ‘Noi non mangiamo ne beviamo’. ‘Le veglie?’. Risposero: ‘Noi non dormiamo’. ‘La vita in solitudine?’. Dissero: ‘Noi viviamo nei deserti!’. ‘Ma allora, che cosa vi fa uscire?’. Risposero allora: ‘Nulla ci vince, se non l’umiltà’. Vedi che l’umiltà e il mezzo per vincere i demoni?”.

Alf., Teodora 6

La stessa amma Teodora fu interrogata a proposito delle cose che si sentono dire: “Come e possibile essere per Dio solo, come tu hai detto, se si ascoltano abitualmente discorsi mondani e volgari?”. Ed essa rispose: “Come quando siedi a tavola e vi sono molti cibi prelibati, e tu ne prendi, ma non volentieri; allo stesso modo, anche se giungono alle tue orecchie discorsi mondani, tieni il tuo cuore rivolto a Dio e in questa disposizione non li ascolterai volentieri e non ne patirai danno”.

Alf., Teodora 8

 

Sincletica

Sincletica, dopo aver vissuto un’intensa vita di preghiera nella casa paterna, alla morte dei genitori vendette tutte le sue ricchezze e insieme a una sorella non vedente si stabilì in un luogo solitario non lontano da Alessandria di Egitto per vivere la vita monastica. La fama della sua sapienza spirituale si diffuse e molte donne, desiderose di abbracciare la vita monastica, si stabilirono accanto a lei per averla come propria guida spirituale. Si formò così una comunità di sorelle che riconoscevano in Sincletica la loro madre spirituale.
La collezione dei detti a lei attribuiti si apre ricordando che l’inizio del cammino dietro al Signore conosce “lotta” e “fatica”, ma in seguito “gioia indicibile” (1Pt 1,8). La gioia è dono del Signore, ma questo dono va coltivato, custodito, alimentato.

 

Disse amma Sincletica: “Per quelli che si avvicinano a Dio all’inizio vi è grande lotta e fatica, poi gioia indicibile (1Pt 1,8). Come infatti quelli che vogliono accendere un fuoco all’inizio sono importunati dal fumo e lacrimano, ed e in questo modo che raggiungono ciò che cercano – e detto infatti: Il nostro Dio è un fuoco divorante (Eb 12,29; cf. Dt 4,24) –, cosi anche noi dobbiamo accendere dentro di noi il fuoco divino con lacrime e fatiche”.

Alf., Sincletica 1

Disse ancora: “Stai digiunando? Non accampare il pretesto della malattia, perché anche quelli che non digiunano spesso sono caduti nelle stesse malattie. Hai cominciato a fare il bene? Non tirarti indietro quando il nemico ti ostacola; egli infatti e vinto dalla tua pazienza. Anche quelli che cominciano a navigare dapprima incontrano un vento favorevole; poi, dopo aver spiegato le vele, affrontano un vento contrario, ma non per questo i marinai abbandonano la nave; si fermano per un po’ o lottano contro la tempesta, quindi riprendono la navigazione. Cosi anche noi, quando ci imbattiamo in un vento contrario, spieghiamo la croce a mo’ di vela e porteremo a termine la navigazione senza timore”.

Alf., Sincletica 9


Testi tratti da: Detti e fatti delle donne del deserto, a cura e con la traduzione di Lisa Cremaschi (2018).

I volumi
In questa raccolta abbiamo lasciato parlare le donne: monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e di oriente, che hanno lasciato tracce femminili nella chiesa nel corso della storia.
Si tratta a volte di brevi frasi, racconti di semplici gesti, letti collocandoli all’interno del loro contesto e liberandoli dai pregiudizi di cui sono stati caricati: essi sono preziosi frammenti di una sapienza femminile da riscoprire.

A cura e con la traduzione di Lisa Cremaschi
2018, 287 pp.

Formati

  • Libro
    € 0,00

A cura e con la traduzione di Lisa Cremaschi
2018, 287 pp.

Formati

  • Libro
    € 0,00
In questa raccolta abbiamo voluto cercare parole di donne e sulle donne nell’ambito ristretto della vita monastica dai suoi albori fino al VI secolo, cioè fino a Scolastica, sorella di Benedetto.
Le biografie di monache qui raccolte provengono da ambienti sociali e culturali molto diversi, dall’oriente e dall’occidente, da un’area geografica che dall’Egitto risale a Roma passando per la Palestina.

A cura e con la traduzione di Lisa Cremaschi
2013, 311 pp.

Formati

  • Libro
    € 25,00  € 23,75

A cura e con la traduzione di Lisa Cremaschi
2013, 311 pp.

Formati

  • Libro
    € 25,00  € 23,75