In questi tempi così incerti, con il rumore delle armi delle guerre vicine e lontane due domande si impongono: che fare? Cosa pensare?
Un punto di partenza può essere il passo di Luca 13,1-5:

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.

Agli interlocutori che parlano a Gesù di tragedie, come quelle che possiamo vedere oggi attorno a noi, egli non risponde con giudizi, ma chiede conversione per non morire anche noi allo stesso modo. Convertirci per ri-orientare i nostri pensieri e ri-formulare le nostre domande.

Due esempi ci possono aiutare ad approfondire la tematica del discernimento. Il primo è Giovanni Climaco che, nel suo trattato La scala, scrive che quasta arte spirituale è innanzitutto una conoscenza profonda di sè che porta alla distinzione tra il bene e il male, e a una comprensione profonda della realtà e degli eventi. Il secondo è un pensiero del teologo milanese Giuseppe Angelini, secondo il quale il discernimento è una qualità dell’animo. Si può e si deve prendere una decisione. Non ci si può relegare nella comoda situazione di essere solo spettatori degli eventi.

Il discerninemto avviene nel cuore, che nella Scrittura delinea la coscienza e l’ascolto. Quello che serve è un cuore capace di ascoltare, un’interiorità capace di aprirsi al di fuori di sè.

Ma dove si indirizza il nostro discernimento? Innanzitutto avviene dentro di noi, nelle parole che ci abitano e che dirigono le nostre scelte, nel comprendere i desideri e le paure che ci determinano. Poi si indirizza alle circostanze di vita, tenendo conto che la legge non si può staccare dal volto che abbiamo davanti, dalla situazione, dalla storia che si manifesta in uno sguardo. In terzo luogo si discerne la volontà di Dio, o meglio “il desiderio di Dio per noi”. Dio come vede questa situazione? Qual è il desiderio di bene di Dio qui e ora?

Il discernimento è una nostra fatica personale, ma è anche un bene da chiedere a Dio attraverso il dono dello Spirito santo.

In questo tempo complesso che ci richiede di tornare alla nostra vocazione cristiana alla speranza, questo tempo di Quaresima sia quello favorevole. Diamoci tempo in questo tempo…

Sintesi ed estratto di Sabino Chialà, Quaresima: un tempo per discernere (2023).