25/03/2023

La morte come sonno

Gesù, resurrezione e vita

Non c’è salvezza più desiderata che dalla morte, che dal venire sottratti a sé e agli altri. Gesù entra in questo modo di pensare e vi apporta una illuminazione.

Foto di Marcus Dall Col su Unsplash

Il viandante attraversa il mondo e scruta l’orizzonte: verso dove? Vi è una meta ultima? Ha un nome? La meta ultima – sostiene una corrente di pensiero –, è la morte, essa è la fine, con essa si spegne definitivamente l’onda della vita. L’uomo è un essere per la morte, la finitudine lo costituisce, viene dal caso e approda al nulla; l’infinito nulla è il destino dell’uomo al di là del tempo e dello spazio. Una lezione diffusa di uscita da un’illusione. Altri, al contrario, sostengono che l’uomo è a un bivio, scommetta o sul Nulla o su Dio, aut aut, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe che è il Dio dei vivi e non dei morti. Scelga tra la sete di infinito senza acqua e la sete di infinito con acqua, e in quest’ultimo caso il viandante, camminando, guardi le stelle e non si guardi i piedi.
Infine non mancano gli ancorati al forse: la morte, fine di ogni vita? Forse. La morte confine tra l’aldiquà e l’aldilà, comunque lo si voglia rappresentare? Forse. La morte porta aperta al Nulla? Forse. La morte porta aperta a Dio? Forse ...

Non c’è salvezza più desiderata che dalla morte, che dal venire sottratti a sé e agli altri. Gesù entra in questo modo di pensare – la lettura della morte fisica come interruzione della vita, delle relazioni – e vi apporta una prima illuminazione: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo” (v. 11). Ove “addormentato” equivale a morto, “risveglio” a resurrezione dalla morte e “vado” alla presentazione di se stesso come colui che opera il passaggio (cf. vv. 14-15) ...

La lezione di Gesù è chiara: la morte da meta definitiva va convertita in sonno, ed egli ne è il risvegliatore con la potenza della sua parola creatrice. Questo i discepoli devono sapere e credere, e a questa fede sarà via il segno del ritorno in vita di Lazzaro: “Io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!” (v. 15). Se è così, perché angosciarsi, fare chiasso e piangere (cf. Mc 5,39)? Nella malattia-morte di Lazzaro, e in lui dei discepoli amati e di ogni creatura, verrà pubblicamente manifestata la gloria di Dio e di suo Figlio, la loro verità di amanti della vita, resurrezione a vita definitiva dei morti alla vita: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato” (v. 4). Questa la chiave di lettura dell’intero brano: l’Amante della vita, nell’“Io sono la resurrezione e la vita”, libera la morte da ogni sua pretesa di ultimatività ...

Il Gesù che converte la morte in sonno e il Gesù che si proclama resurrezione della vita eterna, ora manifesta tutta la sua forte tenerezza, tutta la sua fiducia nel Padre, tutto il suo essere per la vita dell’uomo ... Dinanzi a Lazzaro, amico morto da quattro giorni, e dinanzi al dolore delle sorelle e dei giudei presenti, Gesù reagisce con un fremito interiore, il commuoversi materno delle viscere, e con un senso di turbamento e sdegno nei confronti della morte. E in questa sua umanità capace di emozionarsi è Dio stesso a svelarsi come Dio che ha occhi per piangere dinanzi alla morte dell’uomo, di ogni uomo suo amico. Dio dov’è quando muore una creatura? È presente in maniera nascosta come pianto, partecipe al dolore: la presenza e il pianto di Cristo ne sono l’epifania storica ... Ama essere una presenza discreta che piange con chi piange e che ascolta il lamento di chi soffre elargendo forza.


Giancarlo Bruni, In compagnia di Giovanni. Meditazioni sul quarto vangelo (2021).

I volumi
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In compagnia di Giovanni

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2021, 191 pp.

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Raggiungendo il cuore della nostra fede senza perdere di vista le domande dei nostri contemporanei, le pagine che seguono vogliono stimolare a sperare e a preparare già oggi la nostra resurrezione. Accettando di perdere la nostra vita e di accogliere dalle mani di Cristo la nostra nuova nascita, noi non saremo distolti dai nostri compiti e dalle nostre responsabilità quotidiane, ma il nostro presente sarà rinnovato.

2010, 126 pp.

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    € 10,00  € 9,50

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Rowan Williams

Resurrezione

In un percorso affascinante, di straordinaria profondità teologica e spirituale, l’autore esamina i racconti evangelici della resurrezione, indicando a noi tutti l’unica vera vittima che non condanna ma dischiude innanzi agli uomini una nuova vita, che non ci imprigiona nel passato ma apre la nostra memoria a esiti creativi: Gesù Cristo, che con la Pasqua fa di noi degli uomini liberi e delle nostre chiese delle vere comunità di resurrezione.

2004, 181 pp.

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