09/05/2023
La gioia nei colori
Come rappresentare la gioia della creazione? In quale modo esprimerne non solo la bellezza ma anche la gioia di ammirarla? Alcuni quadri di R. Delaunay nascono dall’idea di rappresentare questa gioia.

09/05/2023
Come rappresentare la gioia della creazione? In quale modo esprimerne non solo la bellezza ma anche la gioia di ammirarla? Alcuni quadri di R. Delaunay nascono dall’idea di rappresentare questa gioia.
La Bibbia attribuisce la gioia a Dio stesso, soprattutto nel suo atto di salvare e di riscattare gli uomini (cf. Dt 30,9-10; Sof 3,17; Is 62,5; Lc 15,7.10), gioia che fin dal principio e continuamente egli cerca di condividere con l’umanità, tanto che è possibile rileggere sotto questa angolatura l’intera storia di salvezza descritta nelle Scritture, dallo stupore gioioso di Dio davanti alla bellezza-bontà della sua creazione (cf. Gen 1,1-31), fino alla gioia della Gerusalemme celeste, in cui il Signore asciugherà le lacrime dagli occhi dei redenti della terra (cf. Ap 7,17; 21,4). In questo modo la Bibbia ci dice che l’umanità intera è destinataria di una gioia che si compirà quando la gioia con cui il Signore gioisce dell’uomo si congiungerà totalmente con la gioia umana per il Signore (L. d’Ayala Valva, Vivere la gioia evangelica, p. 20).
Come rappresentare la gioia della creazione? In quale modo esprimerne non solo la bellezza ma anche la gioia di ammirarla? Sembra strano, ma proprio alcuni dei quadri astratti di Robert Delaunay nascono dall’idea di voler rappresentare questa gioia.
Partiamo dal concetto di astrattismo che ha in mente Delaunay. L’astrattismo non va contro il reale ma lo completa; in altre parole, l’astrattismo parte dal paesaggio, dagli oggetti nella loro concretezza, ma ne risale cogliendone l’essenza, la forma astratta, universale e per questo unica.
Delaunay inizia a lavorare alle sue prime forme circolari – Formes circulaires – nel 1912-1913. Resta incantato dalla bellezza dei colori e di come questi vibrano e bruciano sotto i raggi del sole. Così avviene che il disco solare o anche la luna con il loro movimento segnino ulteriori dischi che si imprimono nei colori delle cose, nei colori dei paesaggi.
Nel quadro che abbiamo scelto come copertina del libro Vivere la gioia evangelica, Delaunay fa un ulteriore passo, abbandona la tela quadrangolare per utilizzarne una tonda, così da trasformare anche la forma della tela stessa in un riverbero del disco solare. In questo caso l’opera è divisa in due parti: da un lato la luna con un riverbero a mandorla immersa in un blu cangiante a seconda dei raggi, dall’altro lato un paesaggio assolato.
Dove il sole illumina, là i colori iniziano a ruotare come delle girandole, incrociandosi e mescolandosi. Delaunay ci fa guardare al paesaggio con la gioia di questo movimento circolatorio: sembra un gioco di festa, un insieme di girandole; appare come uno spettacolo di tanti fuochi d’artificio di luce. Non si può che sorridere di fronte a questa gioia.
Come il sole garantisce a tutta la creazione la possibilità di vivere, così questa luce del monaco garantisce le possibilità perché la vita fiorisca in ogni uomo. Non limita. Non obbliga a una militanza particolare. Non chiude. Non organizza in modo umano. Aiuta ciascuno a trovare sé stesso. Aiuta ciascuno ad amare la propria vita, guidandolo fino al cuore della luce che non conosce tramonto (L. d’Ayala Valva, Vivere la gioia evangelica, p. 116).
Anche questo accade nelle forme rotanti di Delaunay: il mondo appare non in modo umano, ma con la lente della gioia, ne fa fiorire i colori come in una festa. Una luce che arriva al cuore delle cose, tanto da coglierne l’essenza, aiutandola a trovare sé stessa per quello che è.