L’inno è la forma più antica di canto cristiano non biblico. Gli inni proposti in questa incisione sono la testimonianza delle caratteristiche proprie del canto monastico. Un canto di sua natura sobrio, misurato, privo di ogni orpello e ornamento superfluo, severo nella forma verbale come nell’espressione musicale, eppure intenso ed eloquente sia nel contenuto che intende trasmettere sia nell’ambiente sonoro che intende creare.
La pace è la via percorsa da Dio per rivelarsi a partire dalla creazione, e il suo dono offerto agli uomini nello spazio dell’alleanza. La pace che scende da Dio deve fecondare i rapporti umani e suscitare la nostra risposta in forma di giustizia e di perdono…
Dono e responsabilità convergono nel Cristo che è la “nostra pace”, la cui vita narra e rende presente la pace.
Per una prassi di pace occorre guardare alla rivelazione biblica.
Della venuta del Messia sono testimoni Giuseppe e i Magi, figure sulle quali ha sostato a meditare Enzo Bianchi nel suo commento esegetico-spirituale a Mt 1-2.
Giuseppe, con la sua obbedienza silenziosa al progetto di salvezza di Dio e alla realizzazione della sua Parola, è colui che ha accompagnato Gesù fino alla pienezza del suo carattere. I Magi rappresentano ogni uomo in ricerca del vero volto di Dio e di ciò che dà senso all’esistenza.
Tutto il mistero e il paradosso della fede biblica, tutta la storia umana come è descritta dalla Bibbia può sintetizzarsi in queste parole: Dio cerca l’uomo. Quando Adamo ed Eva si nascosero alla presenza di Dio, il Signore gridò “Adamo, dove sei?”. Questa è una chiamata che viene lanciata ripetutamente, una chiamata avvolta nel silenzio...
Meditare la passione significa leggere la vita di Gesù con la chiave di ciò che era il suo vivere: un dare la vita per gli altri fino alla fine, fino al dono estremo di sé. In questa sua vita spesa per gli altri c’è il “Sì” del Padre al Figlio: l’annuncio della resurrezione è un alzare il velo degli occhi e del cuore da parte di Dio, e resta un cammino che noi dobbiamo percorrere mettendoci sempre alla ricerca di Gesù, come le donne andate al sepolcro.
L’autore offre un commento esegetico e spirituale dei primi capitoli del libro della Genesi, in cui la sua personale esperienza umana e di credente e la competenza esegetica si arricchiscono reciprocamente.
Il matrimonio è una realtà creazionale, voluta da Dio e sulla quale Dio ha fatto riposare la sua benedizione. Il matrimonio è anche il grande segno dell’amore, la forma più profonda e vera che ci può insegnare che cos’è l’amore verso l’altro e il nostro prossimo.
Enzo Bianchi offre le chiavi per comprendere il messaggio cristiano sul matrimonio attraverso un itinerario biblico-esistenziale.
Il teologo Gilles Routhier ha meditato sui “segni dei tempi” e le sfide che attendono la chiesa, attingendo all’inesauribile insegnamento lasciato in eredità dal Vaticano II.
“Il ministero principale della chiesa, al cuore del mondo, è il ministero della carità: una chiesa che non rivendichi per sé stessa alcun privilegio, ma che accetti di camminare nella storia con il suo Signore, al servizio degli uomini, nell’umiltà e nella povertà di mezzi”.
“Se vuoi entrare nelle cose d’amore, devi abbandonare le garanzie del tuo io perché amore non è cosa di cui disponi, è l’amore che ti dispone” (Socrate).
L’amore è la misura del senso della vita, e non ha altro fondamento che in sé stesso, cioè negli individui che lo vivono e si incontrano nel segreto della loro intimità, unico luogo dove trovano espressione le esigenze più personali e imprescindibili.
Mons. Gianfranco Ravasi, in questa riflessione, offre le chiavi di lettura per accostare il libro della Sapienza, tracciando l’orizzonte di luce che il testo dischiude a partire dalla domanda che attraversa ogni credente: cosa ci attende dopo la morte?
Sintesi di tutto l’evangelo, il Padre nostro è la preghiera che rivela ciò che è veramente importante per la vita dell’uomo e che dunque dobbiamo chiedere a Dio pregando.
Gesù ci ha consegnato questa breve orazione, eco della sua preghiera al Padre testimoniata nei vangeli, della sua attesa del Regno, della sua vita quotidiana semplice, della sua esperienza di lotta contro il male.
Che cosa è essenziale alla fede cristiana?
La ricerca di Dio accomuna gli uomini di epoche e di culture diverse. Per il cristianesimo, dal momento in cui Dio si è fatto uomo in Gesù, c’è un cammino per andare a Dio aperto da Gesù. Infatti “Dio nessuno lo ha mai visto, ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato” (Gv 1,18), espressione che racchiude in “sintesi” la fede cristiana.
Viene qui proposto un commento esegetico e spirituale dei capitoli del Vangelo di Giovanni che narrano il discorso di Gesù ai discepoli durante l’ultima cena.
Se la tentazione è il luogo in cui ciascuno di noi si misura con la propria debolezza, questa può essere attraversata confidando nella forza di Dio.
È stato così anche per Gesù soccorso dallo spirito di Dio nel pieno della sua lotta al Getsemani. La forza di Dio si esprime al meglio nella debolezza: “Dio ha scelto colui che è debole agli occhi del mondo per confondere chi pretende di essere forte” (1Cor 1,27).
Come alcuni personaggi biblici hanno incontrato Dio?
Attraverso la lettura degli “Incontri con Dio” testimoniati nella Bibbia possiamo leggere il nostro cammino di fede e i nostri incontri – ma anche “scontri” – con il Signore.