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“Qual è la ragione del tuo malessere?” chiedeva il filosofo argentino Miguel Benasayag ai giovani di Parigi che ascoltava e curava, e la risposta era sempre: “Non lo so”. Non è un malessere psicologico, ma culturale. Sia la tradizione giudaico-cristiana sia poi la scienza moderna iscrivevano il futuro in un disegno e il tempo in una storia: il passato come male, il presente come redenzione e il futuro come salvezza.
Ora invece ci si trova a fare i conti con un futuro che rappresenta una minaccia. Ma il futuro incerto può essere vissuto come un’occasione e non come un limite, permettendo di reinventarsi scongiurando la “monotonia della ripetizione” e di un percorso predefinito.
Bose, 7 dicembre 2014
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