
Luigi d’Ayala Valva
Accogliere il dono dello Spirito, via di umiltà
L’esperienza di Gesù e la nostra
Argomenti: Bibbia, Vita spirituale
Novità
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Cosa significa concretamente accogliere lo Spirito santo nelle nostre vite? Lo Spirito santo non solo ci insegna a imitare Gesù e a seguirlo nei suoi comportamenti e nelle sue parole, ma ci pone nelle stesse condizioni interiori di Gesù: abita in noi come ha abitato in Gesù, ci guida come ha guidato Gesù, ci istruisce, modella la nostra intelligenza, la nostra psiche e i nostri sentimenti come ha modellato quelli di Gesù.
La nostra meditazione si articola dunque in due momenti. Nel primo, si considera la vita di Gesù quale è descritta nei vangeli, per far emergere in essa l’azione e la guida dello Spirito, arrivando a riconoscerla come una via di umiltà sotto la guida dello Spirito; nel secondo, la vita cristiana guidata dallo Spirito di Cristo viene presentata in modo simile come un vivere grazie a un Altro e facendo spazio a un Altro che è in me e in cui io riconosco la fonte e la verità della mia vita.
In conclusione l’umiltà, in accordo con la grande tradizione dei padri, viene presentata come la condizione per accogliere e favorire l’azione dello Spirito santo. Umiltà in questo senso però non significa poca stima o disprezzo di sé, ma riconoscimento della propria verità di creature fatte di terra (humilitas da humus) e coscienza della propria dipendenza costitutiva e del proprio essere-in-relazione rispetto all’Altro, che permette di decentrarsi per ricentrarsi in lui, in attitudine di recettività accogliente.
Più in generale, l’umiltà è quello stato di attesa aperta, di attenzione e gratitudine quotidiana di fronte alle meraviglie del mondo, che ci permette di accogliere ogni giorno come un nuovo inizio, come una nuova opportunità, e quindi come lo spazio in cui lo Spirito si rende presente e agisce.
Bose, 5 giugno 2022