Collana: Spiritualità orientale
Temi: Vita spirituale, Patristica
Un termine antico per indicare un male di tutti i tempi, un termine straniero per indicare una passione familiare a tutti: la philautía è l’amor proprio, l’egoismo, l’appassionarsi di sé stessi, quello sterile ripiegarsi dell’amore su di sé, quell’implosione dell’amore che lo uccide per averne impedito l’espansione, il dilatarsi dal prossimo – il “più vicino” a me – all’umanità tutta, al cosmo intero.
Già i filosofi antichi conoscevano bene questa passione, i padri della chiesa poi non si sono limitati a stigmatizzarla, ma hanno saputo tracciare le linee di forza che consentono all’amore di sé di mutarsi in carità.
Massimo il Confessore, vissuto nel VII secolo, rimane ancor oggi il più lucido e profondo conoscitore di questo compiacimento di sé che porta tragicamente all’autodistruzione.
In queste pagine il lettore trova argute riflessioni che, lontane dal tetro pessimismo, lo conducono per mano verso un’autentica riscoperta della propria ricchezza interiore e delle potenzialità di amore universale.
Irénée Hausherr
Irénée Hausherr (1891-1978) è stato un gesuita francese, docente di patristica e spiritualità dell’oriente cristiano al Pontificio istituto orientale di Roma. È considerato il fondatore degli studi di spiritualità dell’oriente cristiano a livello accademico, e i suoi lavori costituiscono tuttora un prezioso riferimento.