
Collana: Spiritualità ebraica
Temi: Antico Testamento, Bibbia, Ebraismo
Il trattato Shirta della Mekhilta di Rabbi Jishma`el, qui tradotto e presentato per la prima volta in italiano da Alberto Mello, è normalmente conosciuto come il “cantico del mare”. In realtà è il “cantico presso il mare” perché non è il mar Rosso ad aver lodato il Signore per la liberazione dall’Egitto, bensì Mosè e Miriam la profetessa e, con loro, i figli e le figlie di Israele.
Secondo la tradizione ebraica , qui splendidamente testimoniata, anche gli angeli avrebbero voluto farlo, ma ne furono impediti: “Il Santo, benedetto sia, disse loro: Le opere delle mie mani annegano nel mare, e voi vorreste cantarmi una canzone?”. Un invito a rileggere le meraviglie operate dal Signore nell’attesa che giunga l’ora in cui si potrà cantare questo cantico insieme agli angeli, l’ora in cui tutti i Faraoni saranno sprofondati negli abissi, ma non ci saranno più egiziani morti sulla riva, l’ora in cui il mare ostile non ci sarà più.
La Mekhilta di Rabbi Jishma`el è il più antico commento rabbinico sull’Esodo e forse la più antica opera esegetica di tutta la letteratura rabbinica, una delle sue fonti più ricche e più originali, cui si sono ispirati tutti i commentatori successivi.