“Gli ospiti non mancano mai nel monastero”: questa affermazione della Regola di Benedetto non è una semplice constatazione, ma l’indicazione di una dimensione talmente importante del monachesimo da essere significativa della sua stessa natura profonda. L'ospitalità monastica è memoria dell'ospitalità che il monaco stesso ha ricevuto dal Signore, anticipa l’ospitalità escatologica nel Regno e riconosce nell’oggi...
Poiché l’incontro con il padre spirituale è una realtà viva e vivificante, si è voluto qui accostare la sapienza della chiesa russa attraverso la testimonianza dei suoi padri nello Spirito, così come viene narrata nei testi della tradizione. Chi è il padre spirituale, quali sono le sue caratteristiche? Quali gli strumenti della paternità spirituale, l’“arte delle arti”? Qual è il cammino del...
Macario di Alessandria visse come monaco e padre spirituale nel deserto egiziano, presso il centro monastico delle Celle, nel IV secolo.
È descritto come un uomo gioioso, capace di scherzare con i più giovani. A questo tono scherzoso si accompagnava una grande capacità di misericordia, come traspare anche da molti episodi narrati nella versione copta della sua Vita, che qui pubblichiamo.
La chiesa antica, entrando in contatto con il mondo ellenistico, fece propria gran parte della sua sapienza imprimendole un orientamento cristiano. Le Sentenze di Sesto ne sono un esempio.
Proponiamo qui due omelie del monaco tedesco Goffredo di Admont.
La prima commenta l’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, la seconda il grido di esultanza di Gesù al Padre che ha tenuto nascosti i suoi misteri ai sapienti e agli intelligenti rivelandoli ai piccoli. Sullo sfondo di entrambe è la straordinaria misericordia di Dio che ci libera dalle nostre prigionie e dalle nostre angosce.
Nel presente trattato Sergio di Resh’ayna espone la sua personalissima sintesi tra pensiero filosofico e vita cristiana, intesa come cammino di conoscenza ed elevazione a Dio. Un cammino di elevazione che egli percepisce scaturire da un abbassamento, quello del Signore Gesù Cristo; un sapere che nasce dalla conoscenza della croce di Cristo, e si sviluppa nella conformazione alla vita del Signore, via, verità e vita.
Questo breve scritto di Basilio intende provocare, destare dal sonno una chiesa sonnolenta, che come vergine stolta si è addormentata e non ha provveduto all’olio per la sua lampada.
Egli ripensa con nostalgia alla chiesa di Gerusalemme e il ricordo della comunità primitiva diventa appello alla chiesa tutta affinché, nell’obbedienza al comando del suo Signore, perseveri nella concordia e nell’unità.
Questo variegato materiale propone alcuni episodi e insegnamenti relativi a tentazioni e peccati seguiti dalle relative conversioni. Protagonisti ne sono perlopiù monaci. Ne emerge un quadro di santità molto più tormentata, più percorsa da dubbi e da angoscie di quanto forse si è portati a pensare riguardo al medioevo cristiano.
Sono letture offerte a una povera umanità sempre bisognosa di un accrescimento di fede, di speranza e di carità.
L’omelia Sul santo e grande sabato di Epifanio di Salamina contempla la discesa di Gesù Cristo agli inferi per liberare i prigionieri della morte; la Catechesi sulla santa Pasqua attribuita a Giovanni Crisostomo canta la misericordia del Signore che tutti invita e accoglie alla festa del trionfo di Cristo sulla morte.
In questo fascicolo pubblichiamo gli inni 42-50 incentrati sulla storia del profeta Giona, in particolare sull’episodio della conversione di Ninive. Efrem scruta in modo molto preciso il testo biblico e ricorre allo schema del parallelismo (tra Giona e Abramo, tra Ninive e Sion, tra Ninive e la nave, tra Giona e Mosè, eccetera). Inoltre sviluppa volentieri il senso morale del testo sacro.
L’intento di questa antologia è quello di presentare i testi, estratti di lettere o lettere complete, che Nilo ha dedicato ai temi della Scrittura e della preghiera.
Egli esorta a una preghiera perseverante e ricorda che ci si accosta alla Scrittura non per conoscere con esattezza la natura di Dio, ma per imparare a riconoscere i suoi doni e a rendergli lode con la vita e con le parole.
Questi due testi di Baldovino di Ford commentano alcuni versetti del Cantico dei cantici, considerato come il canto dell’amore fra Dio e l’anima.
Baldovino ci ricorda che Dio ci ha amati per primo, donandoci la vita, creandoci, salvandoci e chiamandoci alla vita eterna. La vita cristiana è perciò per Baldovino una conoscenza, una risposta e un’accoglienza di questo amore preveniente e salvifico.