Collana: Testi dei padri della chiesa, 82
Temi: Patristica, Bibbia
Chiunque si avvicina alla lectio divina è bene che sappia qual è il suo frutto.
Nulla, infatti, deve essere desiderato senza motivo; né attira il desiderio ciò che non promette una qualche utilità.
Duplice è il frutto della lectio divina: essa istruisce la mente nella conoscenza e adorna la condotta.
La parola di Dio contenuta nelle Scritture non è vista da Ugo come un insieme di doveri che il credente è chiamato a compiere, ma essenzialmente come un dono da accogliere nella propria vita mediante un cammino di conversione, che consente alle energie portate da tale Parola di riplasmare la sua vita.
All’interno dell’attenzione data all’atteggiamento spirituale richiesto a chi si avvicina all’ascolto della parola di Dio, Ugo sottolinea la necessità di imparare a conoscere anzitutto il senso letterale della Scrittura. Il senso spirituale di un testo non lo si può comprendere in verità se non a partire dal suo senso storico.
Ugo di San Vittore
Ugo di San Vittore (morto nel 1141) fu uno dei maggiori rappresentati del pensiero della scuola dei canonici regolari dell’Abbazia di San Vittore, a Parigi, nel XII secolo. Tentò di operare una sintesi fra la lettura e lo studio della Scrittura e le altre discipline del sapere allora conosciute.